martedì 26 marzo 2013

CARDETO, MIA PATRIA.


Luigi Tripepi.jpg
«Qui perenne è l'aprile ed ingemmata
Ride di gigli e rose ogni pendice,
D'un zeffiro vital l'aura felice
Rinverde ognor la sponda innamorata;

Il cielo,a cui bella innocenza é grata,
Il nembo affrena,e la saetta ultrice;
Di queste balze eterna abitatrice
Erra Amistade e in queste balze è nata.

Il campo aprico, la salvetta,il rio,

L'argenteo fonte,l'augellin loquace,
L'ombrosa valle,il rorido pendio;

Se il giorno splende,e se la notte tace,

Suonano ognor con lene mormorio;
Hanno il nido tra noi Virtude e Pace.»
                                       
                                         [Cardinale Luigi Tripepi]


Nel 1836 il sindaco di Cardeto Diego Maria Rossi, ha l’onore di poter registrare la nascita di un bimbo che di lì a pochi anni sarebbe diventato il testimone più importante della storia religiosa in Italia e nel Mondo. Un certo Conte Don Antonino Tripepi il 21 giugno di quell’anno censisce il figlio Luigi Giuseppe, nato “in costanza di matrimonio con donna margherita Manuardi”.
I genitori del piccolo hanno origini nobili e presentano stemmi appartenenti ai loro antenati: un albero con tre stelle per la famiglia Tripepi e una mano che stinge una spada per la famiglia Manuardi; stemmi questi che, più tardi, vedranno l’aggiunta di una quarta stella proprio da parte del futuro Cardinale.
Poche sono le notizie che possediamo sull’Eminentissimo nonostante il suo contributo alla cultura e alla storia di un intero popolo (cardetese, reggino e calabrese) sia stato vastissimo: egli ha, infatti, percorso  in lungo ed in largo tutta l’Italia e tutto il mondo, lasciando grandi testimonianze di fede e di cultura. 
Il nostro paese ha avuto l’onore e l’onere di dare i natali ad un personaggio così importante, che non ha mai perso occasione di esaltare la propria terra  Cardeto, Reggio e la Calabria a gran voce.
Non è un caso, infatti, il modo in cui amava firmarsi nelle sue opere: Luigi Tripepi Cardetese . L’amore per Cardeto, per Reggio e per la Calabria è sicuramente uno dei tratti che contraddistinguono il cardinale. Tante erano le lettere che gli giungevano da Cardeto e alle quali egli rispondeva puntualmente e ricordando sempre la Vergine Assunta. 
Quando il parroco Mons. Francesco Moro, in occasione del Natale del 1901, invia al porporato un dono, egli risponde dicendo di non volerne ricevere, ma di raccomandarsi “alle preghiere che s’innalzano alla Vergine, Patrona di Cardeto”. Ancora nelle lettere che il cardinale scambia con Giuseppe Romeo, allora sindaco di Cardeto, torna sempre l’affidamento del paese e dei suoi abitanti alla Vergine Assunta in cielo, “Patrona del mio dialetto e paese natìo”.
Nonostante l’attaccamento al proprio paese, il Cardinale non perde di vista il proprio obbiettivo. Egli si sente in dovere di dare un contributo alla cultura tutta, alla Chiesa e al Papato. E’ per questo motivo infatti che, quando Mons. Bartolini, a nome del Papa Pio IX, gli offre una sede vescovile in Calabria, il Tripepi rifiuta ringraziando di cuore il Papa  e pregando di non allontanarlo dai suoi studi.
Il 29 dicembre 1906 il Cardinale, colpito da un gravissimo malessere, muore assistito dal prof. Rossoni, lo stesso medico che l’Eminentissimo aveva voluto al fianco di Papa Leone XIII nel decorso della sua malattia . La salma rimase esposta per tre giorni nel Palazzo Sacchetti, dove Sua Eminenza abitava, e le sue spoglie furono conservate nella Cappella del Capitolo di San Pietro, al Verano.
L’ultima volontà del Cardinale, che da sempre aveva desiderato una pietra sepolcrale nella sua terra nativa, fu “rispettata” solo ottantasette anni dopo la sua morte.
Il 22 settembre del 1993, infatti presso la Cappella del Capitolo di San Pietro, alla presenza del sindaco di Cardeto di allora, Antonino Doldo, del parroco Don Pasqualino Catanese, del prof. Giseppe Rodà, al quale si deve il trasferimento della salma del Cardinale a Cardeto, avvenne l’estumulazione delle Sacre Spoglie. 
Il 15 ottobre 1993 le Sacre Spoglie giunsero a Cardeto e trovarono dimora nel mausoleo che il Comune costruì a fianco del Santuario della Vergine Assunta. “Desiderai invano ceh una tranquilla pietra sepolcrale raccogliesse le mie ossa qui vicino al sacro tempio della Vergine”.
Solo poche persone conoscono la grandezza di quest’uomo, sacerdote, poeta e filosofo che negli anni della sua vita, nonostante le difficoltà, i sacrifici e la quasi povertà che ha vissuto e di cui ne dà testimonianza nelle sue “Memorie inedite”, ha mantenuto una predilizione al lavoro che pochi uomini possiedono suscitando interesse, curiositàe stima di tutta la Chiesa, che ancora oggi lo definisce “Biblioteca di Cristo”.
Orgoglio di Cardeto, il ricordo del Cardinale Luigi Tripepi Rimarrà sempre vivo nei cuori dei cardetesi e di tutta la Calabria.


Nota sull'autore:

Nato a Cardeto il 21 giugno 1836 fu custode dell'Archivio Segreto Vaticano dal 19 settembre 1892 al maggio 1894. Papa Leone XIII lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 15 aprile 1901, assegnandogli la diaconia di Santa Maria in Domnica il 18 luglio 1901. Partecipò al conclave da cui uscì il 4 agosto 1903 papa Pio X, Giuseppe Sarto. Dal 7 gennaio 1903 fino al decesso fu Prefetto della Congregazione dei Riti.
Morì il 29 dicembre 1906, a Roma, all'età di 70 anni.
Fu uno tra i più acuti apologeti della Chiesa Cattolica nell'Ottocento e scrisse circa duecento opere (anche in latino e greco) sui più disparati argomenti: teologia, storia, filosofia, esegesi, dogmatica e morale.
La sua fama si diffuse in tutto il mondo, grazie anche ai prestigiosi incarichi conferitigli dai successori di Pietro. 

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